Cultura

Alla scoperta dei castelli molisani. Il palazzo Cardone di Castelbottaccio.

Il Molise, seconda regione più piccola d’Italia, conserva numerose interessanti testimonianze di architettura militare. Molti castelli molisani furono costruiti in epoca normanna e nel corso dei secolimodificati ed adattati per soddisfare le esigenze di residenze nobiliari. Alcuni di questi manieri appartennero anche a famiglie legate alla storia di Vasto. Un tipico esempio è rappresentato dal palazzo baronale di Castelbottaccio, che fu feudo dei Cardone, dal 1696 fino all’eversione dei feudi (1806).

La costruzione risale al periodo della dominazione normanna, come testimonia il Catalogus baronum, che lo censisce come castrum soggetto alla giurisdizione di Manfrido, figlio di Ugo di Marchisio, verso la metà del XII sec. In quell’epoca il castello eragià dotato di unastruttura difensiva, nel tempo scomparsa ed occultata dalle abitazioni, consistente in una cinta muraria che lo circondava, ed in un fossato: l’accesso al maniero era assicurato da un ponte levatoio.Il palazzo baronale, così come appare oggi, è il risultato di diverse fasi edilizie succedutesi nel tempo. È situato al centro del borgo, a ridosso del percorso stradale che attraversa l’abitato secondo la direttrice nord-ovest, sud-est.

Il prospetto principale dell’edificio si affaccia su corso Vittorio Emanuele, ed è caratterizzato da un’ampia scalinata in pietra che conduce all’elegante portone d’ingresso, dal quale si accede ad una doppia corte interna sulla quale si aprono le fabbriche edilizie attualmente abitate.Di forma irregolare, è diviso su quattro piani a livelli sfalsati, ed ospita dodici unità abitative, dieci depositi ed un negozio. Le mura, in blocchi di pietra e laterizio, si allargano in prossimità della base a formare dei contrafforti.

Due molossi scolpiti nella pietra, che erano posti a guardia della scalinata, furono acquistati da una famiglia di Castelbottaccio che attualmente li conserva.

Il palazzo baronale è famoso per essere stato sede di un salotto, ufficialmente definito circolo culturale ma in realtà cenacolo dei liberali molisani, al quale dette vita la bellissima e coltissima Olimpia Frangipane, moglie del barone Francesco Cardone. Donna Olimpia era figlia del duca di Mirabello, Giuseppe Frangipani, e di Marianna Buonocore. Si dice che tra i suoi discendenti annoverasse anche il filosofo Benedetto Croce. Ciò non è del tutto esatto poiché Benedetto Croce, in realtà, discendeva da Maria Luisa Frangipani, figlia del fratello di Olimpia (il duca Francesco Saverio), la quale sposò il giudice Benedetto Croce, nonno omonimo del famoso filosofo.

Da primavera inoltrata fino all’inizio dell’autunno, donna Olimpia, detta anche la baronessa ribelle, lasciava Napoli per rifugiarsi a Castelbottaccio, portando con sé le idee riformatrici che germogliavano nella capitale. Il padiglione di caccia del palazzo fu destinato ad ospitare il salotto culturale, che ospitava i principali esponenti del giacobinismo molisano. Assidui frequentatori del cenacolo di Castelbottaccio furono Vincenzo Cuoco, che restò letteralmente folgorato dal fascino di donna Olimpia, Domenico de Gennaro, Vincenzo Sanchez, Costantino Lemaitre, Scipione Vincelli. La presenza, seppur saltuaria, di un famoso esponente dei giacobini napoletani, Andrea Coppola duca di Canzano, attirò i sospetti della polizia borbonica che, nel 1795, arrestò tutti i partecipanti del circolo. Donna Olimpia si ritirò a Napoli, e si prodigò per aiutare i molisani finiti nella rete della polizia borbonica, fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 1830. A ricordare donna Olimpia, restano oggi solo i versi del Cuoco, che nell’opera filosofica Platone in Italia, celebra la nobildonna nei panni di Mnesilla, “immagine di una dea, che io temeva di offendere con qualunque affetto il quale fosse altro che ammirazione”, ed una via cittadina che il comune di Campobasso ha voluto dedicarle.

Il palazzo dei Cardone, è ancora oggi di proprietà privata, ed è attualmente conosciuto come palazzo Niro-Giovannelli. La famiglia baronale, invece, si trasferì a Napoli, assumendo il cognome Cardone Frangipani, il cui ultimo rappresentante conosciuto è Pompeo, nato nel 1904.

(Alfonso Di Sanza D’Alena)