Cultura

Il castello Pignatelli di Monteroduni.

Il castello di Monteroduni prende il nome dagli ultimi feudatari, i Pignatelli, che dal 1702 detengono il titolo di principi di Monteroduni, ed il cui ultimo rappresentante vi ha abitato fino al termine degli anni ’90 del 1900. E’ collocato nella parte più alta del centro storico del paese, punto strategico per la vicinanza alla via Latina ed al passo guadabile sul fiume Volturno.

L’edificio fu costruito in epoca longobarda, ed in seguito restaurato ed ampliato dai normanni. Le torri circolari, poste ai quattro angoli della struttura, risalgono al periodo angioino. Ulteriori modifiche e restauri interessarono il maniero tra il XIV edil XV secolo, quando ne divennero feudatari i d’Afflitto. Fu probabilmente Ludovico d’Afflitto a commissionare i lavori per l’abbellimento del castello con la realizzazione del balcone sull’ingresso principale, dei merli ad ornamento delle torri, dello scalone, e del loggiato del primo piano con la grande arcata centrale. Queste modifiche, realizzate in epoca rinascimentale, decretarono il passaggio dall’architetturafortificata a quella residenziale.

La fortezza subì ingenti danni nel 1193, quando fu assediato ed incendiato dall’esercito dell’imperatore Enrico VI, nel tentativo di stanare i fedelissimi di Tancredi che si erano asserragliati nella fortezza. Durante la battaglia il comandate delle truppe imperiali, Bertoldo di Kunsberg, perse la vita colpito da una grossa pietra, scagliata con un mangano dagli assediati. Ulteriori danni furono causati da violenti terremoti, l’ultimo dei quali si scatenò nel 1349.

Il castello è affiancato su due lati (sud-ovest) dalla strada, che lo divide dalle altre abitazioni circostanti, mentre sugli altri due lati (nord-est) risulta inaccessibile ergendosi a picco sulla roccia.

L’ingresso principale è posto sul lato meridionale, lungo via Principe Luigi Pignatelli, quasi a ridosso del torrione angolare di sud-ovest. E’ caratterizzato da un balcone che lo sovrasta, decoratocon lo stemma dei Pignatelli (d‘oro con tre pignatte di nero disposte 2, 1 con un lambello a tre pendenti di rosso nel capo) partito con quello della famiglia di Somma (d’oro a due torri merlate d’azzurro piantate sulle onde d’argento e d’azzurro). Infatti Giovanni Pignatelli, che acquistò il feudo di Monteroduni nel 1668, convolò a nozze (1653) con Ippolita di Somma dei marchesi di Circello. Nel cortile interno si aprono varie porte che conducono ai sotterranei ed alle segrete, ma il ruolo di protagonista spetta allo scalone d’onore, aperto a giorno, con scalini e balaustra lavorata in pietra, che introduce al piano nobile, adibito a residenza, così come anche il secondo piano. Il terzo ed ultimo piano, invece, accoglie le stanze che erano riservate al personale di servizio. Nel salone del piano nobile è conservato integro il soffitto ligneo, realizzato presumibilmente nei primi anni del 1700, costituito da ben centonovanta tavole di querciolo dipinte a tempera, che i recenti lavori di restauro hanno permesso di riportare all’antico splendore, consentendo di poter ancora ammirare gli splendidi motivi decorativi e celebrativi. Ulteriori elementi di pregio sono rappresentati dai portali in breccia rossa del Matese, databili al XVIII secolo, probabilmente realizzati dai famosi marmorari romani, Geremia e Domenico Ferretti, ai quali è attribuito il battistero della locale chiesa di S. Michele. Una grande tavola lapidea, consistente in due lastre di pietra calcarea, alta circa m 1,90, cosiddetta pandetta della Lorda, è incastonata nel muro all’ingresso del giardino. Originariamente si trovava al confine tra Macchia d’Isernia e Monteroduni, a ridosso del passo che permetteva di attraversare il torrente Lorda, affluente del Volturno, e recava l’indicazione del prezzo del pedaggio che doveva essere pagato al feudatario per usufruire del ponte (poi caduto) o della scafa che consentiva l’attraversamento del corso d’acqua con animali e merci.

Il castello è stato residenza della famiglia Pignatelli, fino agli anni ’90 del secolo scorso. Il ramo di Monteroduni, è detto Pignatelli della Leonessa in virtù del matrimonio celebrato nel 1834 tra Giovanni, principe di Monteroduni, e Carolina Ruffo della Leonessa. Insieme al nome dell’estinta famiglia della Leonessa, i Pignatelli assunsero anche i titoli a questa spettanti, di principe di Sepino, duca di Ceppaloni, e barone di Roccabascena e Terranova.

Il 21 marzo del 2015, nel salone principale, per espressa volontà del principe Giovanni Evangelista Pignatelli della Leonessa, deceduto il giorno precedente a Roma all’età di 95 anni, è stata allestita la camera ardente, e la cerimonia funebre è stata celebrata nella cappella del castello.

La proprietà del maniero appartiene oggi al comune di Monteroduni. Le visite, inizialmente prenotabili online sul sito www.monteroduni.eu, sono attualmente sospese per consentire ulteriori interventi di ristrutturazione.

In attesa che i lavori siano ultimati, è possibile intraprendere un breve tour virtuale accedendo al portale web turistico del comune di Monteroduni:https://www.monteroduni.eu/castello-pignatelli-virtual-tour.html

(Alfonso Di Sanza D’Alena)

Bibliografia:

Perrella E., Famiglia Pignatelli, in www.nobilinapoletani.it.

Valente F., Luoghi antichi della provincia di Isernia, Bari, 2003.

Catalogo generale dei Beni Culturali, Castello Principi Pignatelli, in www.catalogo.beniculturali.it.